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Che cosa c’era prima del Big Bang? Non solo dal punto di vista della religione, ma anche da quello della cosmologia classica, solo porsi la domanda è un’eresia. Infatti, il tempo e lo spazio sono creati con il Big Bang, per cui non avrebbe senso chiedersi dove e quando ciò accadde poiché i concetti stessi di spazio e tempo non possono essere definiti «al di fuori» e «prima» del Big Bang. Oggi gli scienziati possono ricostruire la storia del cosmo a partire da un milionesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, ma rimane inspiegato questo minuscolo lasso di tempo proprio all’inizio del tempo stesso, che secondo molti è la chiave per la comprensione della natura fondamentale del nostro universo. Negli ultimi anni, così, sono state proposte molte teorie per risolvere l’enigma. Si va dalle costruzioni matematico-fisiche più impervie all’estremizzazione della fisica quantistica, che com’è noto prevede e descrive i fenomeni apparentemente più improbabili (come il teletrasporto quantistico e la trasformazione di particelle in onde e viceversa), fino alle ipotesi più audaci, secondo cui la nascita del cosmo potrebbe essere il risultato di un esperimento compiuto da scienziati di un altro universo. E questa ipotesi non esclude che anche noi potremmo fare altrettanto. C’è infine chi sottolinea che la stessa teoria della grande esplosione primordiale non spiega, di fatto, niente. «Nonostante sia chiamata la teoria del Big Bang, questa non ci dice assolutamente nulla sul Big Bang stesso», afferma Alan Guth, famoso fisico teorico del MIT. «Non ci dice che cosa è esploso, né perché è esploso, né che cosa ha causato l’esplosione. E non descrive nemmeno le condizioni immediatamente dopo l’esplosione». Il problema è che se riavvolgessimo all’indietro un ipotetico filmato della storia del cosmo, vedremmo che l’universo primordiale era molto più piccolo, molto più denso e molto più caldo di quello odierno. Più ci avviciniamo al tempo zero, il momento del Big Bang, e più la temperatura aumenta, fino a diventare teoricamente infinita all’attimo dell’esplosione. E a questo punto le equazioni della gravità di Einstein diventano inservibili, poiché nessuna teoria è in grado di descrivere ciò che accade quando le quantità fisiche tendono all’infinito: la cosmologia parrebbe così giunta al capolinea della singolarità iniziale.
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