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La discussione politica/antipolitica è diventata ormai stucchevole e riducibile a un reciproco rivendicare, da parte degli attori in gioco, di rappresentare la “vera” politica. Basterebbe questo a dimostrare che l’antipolitica non esiste (forse gli unici antipolitici autentici sono solo i veri – pochi – anarchici), ma movimenti politici che spesso usano la delegittimazione altrui per affermarsi. È ora dunque di trattare tutti i soggetti politici che si muovono nell’attuale scacchiere italiano allo stesso modo. La principale delle accuse rivolte a Bersani dopo la sua ormai famigerata uscita sul linguaggio fascista usato da Grillo e da molti grillini sul web è di natura tattica. Gli si rimprovera di non tenere in conto quelle migliaia di persone che, deluse dalla politica tradizionale, cercano un nuovo orizzonte politico e rischiano di trovarlo
in Grillo. In altre parole, Bersani avrebbe sostanzialmente ragione nel merito ma questi argomenti non gli converrebbero sul piano elettorale perché nel movimento di Grillo confluiscono anche molti potenziali elettori del Pd. Anch’io condivido sostanzialmente questa critica e penso che Bersani con Grillo faccia l’errore che fanno un po’ tutti, politici e osservatori: non lo considerano un attore politico a tutti gli effetti, ma tutt’al più un disturbatore da scacciare dall’agone politico in mala maniera. Anche Grillo però sta commettendo lo stesso errore, ma nessuno glielo fa notare (per la ragione di cui sopra). La corsa del cavaliere solitario contro tutti lo ha condotto a una potenziale affermazione elettorale, che i sondaggi continuano a stimare in lusinghieri risultati a due cifre. Ma anche lui – a meno che non si accontenti di portare a Montecitorio un manipolo di deputati – deve fare i conti come tutti gli attori politici con i suoi potenziali elettori. Il bacino da cui finora ha pescato è sostanzialmente quello dell’astensionismo e dei profondamente delusi dai partiti ma è un bacino che tende ad esaurirsi (c’è uno zoccolo duro di astensionisti di professione e di totalmente indifferenti alla politica che probabilmente nessuno riuscirà mai a intercettare). Mentre ci sono ancora tanti militanti di base che, pur delusi dai loro partiti, ne hanno le tasche piene dei vaffa di Grillo contro i politici di professione, tra i quali c’è anche tanta gente che sacrifica da sempre la propria vita per la politica. Persone che, pur condividendo pienamente la battaglia anticasta del Movimento 5 Stelle, non se la sentono di gettare al macero gloriose storie sia personali che collettive. Insomma, con le sue continue uscite contro i partiti e contro tutti – buone ultime quelle di ieri – Grillo sembra interessato solo a continuare a lisciare e fomentare i già convinti, mentre uno dei primi obiettivi di chi fa buona politica è cercare di ampliare la propria base elettorale. I grillini della prima ora diranno che si tratta di tatticismi. Ma è la politica, bellezza.
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