Sapienza: Prima piattaforma internazionale sulla biodiversità
Gli sforzi internazionali per interrompere l’estinzione di massa di specie per cause imputabili all’uomo possono contare ora su una struttura di riferimento: IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) è la prima piattaforma intergovernativa di esperti sulla biodiversità, nata su iniziativa delle Nazioni Unite ai cui lavori partecipano delegati di governi, centri di ricerca e associazioni non governative.
La nuova struttura, che replica il famoso IPCC sui cambiamenti climatici, costituirà il panel scientifico di riferimento intergovernativo per guidare la valutazione di politiche di conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici
Per rendere nota l’iniziativa ai ricercatori europei nel campo della biodiversità e
per spiegare il contributo degli scienziati in IPBES il team del dipartimento di Biologia e biotecnologie, della Sapienza ha organizzato, nell’ambito della Conferenza Europea di Biologia della Conservazione a Glasgow, il simposio “Global biodiversity scenarios to inform environmental policies” .
“Nel 2013 si terrà la prima riunione plenaria di IPBES e accogliamo l’iniziativa con entusiasmo – dice Carlo Rondinini. “La piattaforma IPBES – prosegue Rondinini – è pensata sul modello dell’IPCC, i cui report scientifici sono uno strumento fondamentale nel guidare le politiche di prevenzione e mitigazione dei cambiamenti climatici causati dai gas serra. IPBES avrà un ruolo analogo nella discussione delle politiche per la prevenzione di perdita di biodiversità come la convenzione di Rio e le direttive comunitarie 92/43/CEE Habitat, e 79/409/CEE Uccelli”.
“Crediamo che IPBES contribuirà a fornire il coordinamento globale che secondo le nostre proiezioni sarà fondamentale per prevenire una forte perdita di biodiversità nei prossimi decenni” aggiunge Piero Visconti, del gruppo di ricerca della Sapienza.
Nel corso del simposio sono stati illustrati i modelli impiegati da ecologi, climatologi, geografi ed economisti per generare scenari socio-economici futuri e valutarne l’impatto su clima, biodiversità e servizi ecosistemici. “Questi modelli, insieme agli indicatori di biodiversità che stiamo sviluppando, sono gli strumenti più avanzati che gli scienziati possono fornire per tracciare un percorso di politiche socio-economiche e affrontare la grave perdita di biodiversità e servizi eco sistemici” – conclude Rondinini.
FONTE: UNIVERSITA’ LA SAPIENZA
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