Ambiente

L’inquinamento mette a rischio la riproduzione nella donna

 

Rischio di esiti avversi alla riproduzione per chi vive in aree inquinate

 

Il progetto ‘RiscRipro_Sentieri’, affidato all’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa, approvato dal ministero della Salute nell’ambito delle attività del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, mira a valutare l’incidenza e la distribuzione di ‘esiti avversi alla riproduzione’ quali malformazioni congenite, basso peso e prematurità dei neonati di aree geografiche esposte a particolari contaminazioni ambientali.

Lo studio è un germoglio di ‘Sentieri’, l’iniziativa coordinata dall’Istituto superiore di sanità, che dal 2006 a oggi ha analizzato l’impatto sulla salute umana dell’inquinamento presente in diverse aree a elevato rischio ambientale in tutta Italia – in totale 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche – nelle quali sono residenti circa sei milioni di cittadini sparsi in 298 comuni. I risultati del progetto, ora concluso, sono stati presentati a Roma lo scorso 18 settembre nel corso del convegno ‘L’impatto sulla salute dei siti contaminati’.

“In Italia, come nel resto d’Europa, la contaminazione dell’ambiente e il suo potenziale impatto sulla salute umana è

 un tema rilevante e prioritario”, spiega Fabrizio Bianchi, responsabile dell’unità di ricerca in Epidemiologia ambientale e registri di patologia dell’Ifc-Cnr e coordinatore del nuovo progetto. “Con ‘Sentieri’, cui l’Ifc ha partecipato assieme con numerose altre istituzioni scientifiche italiane, è stato per la prima volta analizzato il carico di mortalità nel complesso e in gruppi omogenei di aree contaminate, valutando l’associazione tra esposizione e cause di morte. Si affronterà l’aspetto della salute riproduttiva, ponendo particolare attenzione a eventi avversi della riproduzione in relazione all’esposizione a sostanze tossiche in utero e tenendo conto dei dati disponibili relativamente a malformazioni congenite, basso peso alla nascita, prematurità e ‘sex ratio’, rapporto tra le nascite di maschi e femmine”.

Verranno presi in esame gli stessi siti oggetto del progetto ‘Sentieri’ – da Gela a Porto Torres, da Marghera a Taranto – fornendo così un contributo all’analisi degli effetti che le zone ad alta ‘pressione ambientale’ hanno sulla salute. “L’obiettivo è attuare una ‘sorveglianza epidemiologica’ utile a individuare le priorità e a definire azioni efficaci di prevenzione e tutela della salute pubblica, che, come il caso Taranto insegna, vanno messe in atto prima che il danno si verifichi”, conclude Bianchi.

Fonte: Fabrizio Bianchi , Istituto di fisiologia clinica, Pisa-CNR