Perché la calamita attira i metalli?
Con il termine di calamita viene definito, genericamente, un corpo che ha la proprietà di attrarre limatura di ferro o di altre sostanze elettromagnetiche. Questa proprietà, detta magnetismo e inizialmente scoperta come specifica di un particolare minerale (la magnetite) si è poi estesa ai corpi ferromagnetici dai quali si può ottenere una calamita o ‘magnete permanente’: per strofinio con un pezzo di magnetite o con un’altra calamita, oppure per azione della corrente elettrica.
Il fatto che un corpo, sottoposto a un’azione magnetizzante, assuma tale proprietà, dipende dalle sue caratteristiche peculiari: vi sono delle sostanze, quali l’acciaio, con cui si possono realizzare calamite permanenti e altre, per esempio il ferro dolce, con cui si
possono ottenere soltanto calamite temporanee come le elettrocalamite.
I magneti naturali presentano sempre un polo nord e un polo sud: anche se fossero divisi all’infinito non si separerebbero. Si ipotizza quindi che il magnetismo naturale abbia origine nelle proprietà della materia stessa a livello atomico. Il campo magnetico potrebbe derivare cioè dal fatto che ogni elettrone orbitale è una sorta di microscopica spirale percorsa da corrente, tenendo conto del cosiddetto ‘momento di spin’, cioè dell’angolo di rotazione della particella intorno al proprio asse. Questi movimenti, però, nella maggior parte dei materiali, producono un effetto magnetico nullo, poiché i ‘micro’ poli magnetici vengono disposti casualmente. In taluni minerali ‘naturalmente’ magnetici, invece, essi si auto-dispongono secondo direzioni comuni che raggiungono la scala macroscopica, le cosiddette regioni o domini di Weiss.
S.F.
Fonte: Franco Vivona , Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, Roma-cnr