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Uno studio degli Ospedali Riuniti di Bergamo in collaborazione con l’Istituto Mario Negri
Bergamo- ottobre 2012. Il succo di limone può ridurre la continua formazione di calcoli nei soggetti affetti da calcolosi renale? E’ quanto intende verificare uno studio in corso presso l’Unità di Nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo in collaborazione coi ricercatori dell’Istituto Mario Negri ed il Consorzio del Limone di Siracusa, presentato oggi, 3 ottobre, nel corso del convegno “Le virtù nascoste del limone. Agricoltura Scienza Salute” tenutosi a Villa Camozzi, una delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri.
Circa il 12% degli uomini ed il 6% delle donne tendono a formare calcoli renali. Il problema si può manifestare la prima volta con una colica renale, con l’emissione spontanea di un
calcolo nelle urine o con il riscontro occasionale di un calcolo in occasione di esami fatti per altri motivi. Le persone affette, in genere, hanno dei familiari con lo stesso problema, il che suggerisce la possibilità di una qualche predisposizione genetica. Anche le abitudini alimentari hanno un ruolo importante e il rischio di formare calcoli è maggiore nei soggetti che bevono poco (e quindi eliminano urine più concentrate) e mangiano molte proteine animali o troppo salato.
I calcoli tendono a riformarsi nel tempo, in media nel 15-20% dei soggetti ogni anno, e a 5 anni dal primo riscontro di calcolosi circa la metà dei pazienti ha formato almeno un nuovo calcolo. Questo anche quando si beve molto (almeno due litri al giorno) e si sta attenti alla dieta.
“Il citrato di potassio è l’unico farmaco che può aiutare i soggetti affetti da calcolosi a ridurre considerevolmente il rischio di formare nuovi calcoli” – dice Piero Ruggenenti, nefrologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo e ricercatore dell’Istituto Mario Negri – “Il citrato contenuto nel farmaco, infatti, viene eliminato nelle urine e qui impedisce che i cristalli di ossalato di calcio, la causa più frequente di calcolosi renale, precipitino formando poi i calcoli. Questo farmaco però crea una serie di disturbi e i pazienti tendono progressivamente a non prenderlo, per cui il rischio di fare nuovi calcoli torna a ripresentarsi”.
Gli agrumi sono una naturale, straordinaria fonte di citrato. Tra questi, i limoni sono quelli di gran lunga più ricchi di citrato: ne contengono, ad esempio, cinque volte di più che le arance. Il succo di 3 o 4 limoni può fornire una quantità giornaliera di citrato paragonabile a quella che si ottiene somministrando il citrato di potassio. L’assunzione regolare di succo di limone può essere quindi una valida alternativa al farmaco, evitandone gli effetti indesiderati.
Che sia effettivamente così è probabile, ma non è ancora dimostrato. “E’ per questo motivo – dice il professor Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche del Mario Negri e direttore dell’Unità di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo – che bisogna fare lo studio. Se lo studio dimostrerà che i pazienti che bevono il succo di limone formano calcoli meno frequentemente di quelli trattati solo con la dieta, vorrà dire che questa cura è davvero efficace e potrà quindi poi essere raccomandata per la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da calcolosi renale”.
Lo studio verificherà anche se il succo di limone può ridurre il numero delle coliche renali, delle infezioni delle vie urinarie – un’altra complicanza talvolta grave della calcolosi – e degli eventuali ricoveri necessari per distruggere o rimuovere i calcoli.
Lo studio vede coinvolti medici dell’ospedale di Bergamo e ricercatori del Mario Negri guidati dalla dottoressa Maria Rosa Caruso.
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