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L’ultimo furto ha riguardato 400 chili di cavi e ha bloccato la circolazione dei treni intorno a Roma. A chi viene rivenduto e con quale utilizzo?
Un ingente furto di trecce di rame messo in ginocchio, questa mattina, la circolazione dei treni sul nodo romano . Secondo quanto riferito da Rete Ferroviaria Italiana, al momento sarebbero stati sospesi i collegamenti con l’ aeroporto di Fiumicino e ci sono ritardi sulla linea Civitavecchia-Roma. I carabinieri hanno arrestato due romani di 24 e 74 anni trovati con 400 chili di cavi in rame. Tuttavia, per il nostro paese non si tratta di un caso isolato. Il furto di rame è un fenomeno criminale in netta crescita. La corsa all’ oro rosso ha raggiunto in pochissimi anni dimensioni preoccupanti, colpendo sia le aziende che le infrastrutture . Dopo essersi manifestato per la prima volta nel 2008, il fenomeno ha avuto una recrudescenza nel 2010 dovuta a un repentino aumento del prezzo del rame , che nel corso
dell’anno è raddoppiato: nel 2011 ha visto un’ulteriore crescita del 12% e si stima che nel corso del 2012 continuerà a mantenersi superiore alla media storica. Il rame è diventato a tutti gli effetti un tesoro che fa gola alle organizzazioni criminali . Oltre a essere considerato il miglior conduttore elettrico e termico dopo l’argento, è resistente alla corrosione, robusto e flessibile e può essere riciclato al 100% senza perdere le sue capacità. Non è magnetico, è facilmente lavorabile e duttile. Inoltre, è batteriostatico, cioè combatte la proliferazione dei batteri sulla sua superficie; è impermeabile ai gas ed è facilmente piegabile, e non invecchia se esposto alla radiazione solare . Ha un’area di esportazione vastissima: è richiesto dall’Europa dell’Est (in particolare Polonia, Germania, Austria e Ungheria) fino in Cina e in India. La filiera di questo mercato è vasta e molto organizzata: piccoli ladri rubano il rame che poi lo rivendono a rottamai e grossisti fino a cinque euro al chilo. Da qui, il metallo viene spedito in fonderia oppure lavorato sul posto. Una volta trasformato in anonime barre , il rame viene esportato all’estero, dove viene rivenduto e rimesso nelle diverse catene riproduttive . Il metallo viene lavorato, trasformato, riutilizzato in videogiochi, telefonini di ultima generazione o nei cavi che alimentano gli impianti fotovoltaici di mezzo mondo. E’ possibile, inoltre, che il rame esportato rientri in patria e venga rivenduto all’interno di altri oggetti. Sul mercato clandestino è quotato dai quattro ai dieci euro al chilogrammo. Inoltre, è facilmente reperibile, perché è utilizzato nell’edilizia, nei trasporti, nell’elettrotecnica, nell’impiantistica idrotermosanitaria, nella rubinetteria, nelle attrezzature per la nautica, in architettura, nella monetazione, nell’artigianato e nell’oggettistica. Nonostante il più ricercato sia il rame reperito nelle Ferrovie italiane , perché è qualitativamente più puro, i furti hanno colpito prepotentemente anche le aziende. In primis, Telecom Italia che qualche mese fa ha presentato alle competenti autorità giudiziarie una circostanziata denuncia- querela . Per l’azienda il problema è più pressante in Campania , dove numerose incursioni hanno provocato lo spezzettamento di 13.400 metri di cavi . Da qui la decisione di Telecom Italia di sostituire, nelle zone più colpite, i cavi in rame con speciali cavi di alluminio e sulle tratte interessate, inoltre, l’azienda sta attivando un apposito sistema di allarmistica che, in caso di manomissione, fa partire un allarme automatico alla più vicina stazione delle forze dell’ordine . Il fenomeno non ha risparmiato neanche l’Enel , la cui rete di distribuzione in rame è lunga un milione di chilometri e copre l’85% del territorio nazionale. Spesso i furti hanno costretto l’azienda a interruzioni dell’erogazione con danni per i cittadini. Tuttavia, a fronte dell’aumento di questa attività criminosa , nel nostro paese, si è registrato un incremento anche nel contrasto da parte della polizia. E’ stato infatti misurato un incremento del 78% dei casi scoperti , un aumento del 90% di coloro che sono stati denunciati o arrestati. Nella maggioranza dei casi si tratta di cittadini italiani, seguiti subito dopo da rumeni che insieme rappresentano l’85% degli autori dei furti.
Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa tipologia di reato, è stato firmato nel febbraio scorso al Viminale il protocollo d’intesa che istituisce l’ Osservatorio nazionale sui furti di rame tra il Ministero dell’Interno , l’ Agenzia delle dogane , le Ferrovie dello Stato italiane, l’Enel, Telecom Italia e la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche.(Anie).
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