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Durante la nostra giornata la risata e’ una manifestazione che noi tutti proviamo e che e’ in genere associata a comicita’, benessere, umorismo, allegria ma anche a tristezza e rabbia (oltre che a cause fisiche come al gas esilarante o al solletico). Questo lo sappiamo tutti ma, a cosa e’ dovuta questa reazione? Perche’ lo facciamo?
Partiamo dalle parole dei saggi che riescono sempre a illuminarci svelando un fondo di verita’: Platone definiva il sorriso l’espressione deliziata di un senso di superiorita’; Dostoevskij diceva che per capire un uomo bisogna guardare come ride; Neruda affermava che il ridere e’ il linguaggio dell’anima; Freud definiva la risata lo sprigionamento dell’energia psichica che bloccava i contenuti nell’inconscio; Arthur Koestler, piu’ tecnico, la definiva il riflesso umano di un lusso, privo di
qualsiasi utilita’ biologica. Ma analizziamo il problema con rigore.
Prima di tutto sappiamo che solo l’uomo e’ capace di ridere, tra gli altri animali solo alcune scimmie se provocate fisicamente (solletico) accennano un riso. Dunque probabilmente e’ frutto dell’evoluzione, di una intelligenza superiore, e’ un qualcosa che ci differisce dalle altre specie. Alcuni studi biologici ci confermano infatti che le prime risate sono da datare a quando l’uomo si evolse in modo tale da mantenere la postura eretta, li’ probabilmente tra vari capitomboli le scimmie-uomo si fecero le prime sonore risate.
Gli ominidi al tempo associavano la risata ad una armonia nel branco, molto simile a quando si solleticavano a vicenda per mantenere buone le relazioni ( etologicamente provato). La risata quindi nasce come una sorta di socializzazione di gruppo.
Fisicamente molti studiosi l’hanno analizzata. Hanno trovato che la risata e’ in realta’ un fenomeno molto complesso che coinvolge numerose capacita’ percettive, creative, analitiche e linguistiche. A seconda del tipo di battuta per esempio, nel cervello si attivano aree e meccanismi differenti. Attraverso esami di risonanza magnetica, in grado di rilevare i minuscoli campi magnetici generati dai neuroni quando si attivano, si e’ misurata la stimolazione delle diverse aree del cervello di persone che ascoltavano combinazioni diverse barzellette semantiche.
A livello puramente anatomico, capire una battuta semantica necessita dell’attivazione di entrambi i lobi temporali inferiori. E’ infatti qui che si organizzano i processi di elaborazione e comprensione del linguaggio, soprattutto nel lobo sinistro, che gia’ si sapeva deputato al mantenimento dei significati di uso meno comune delle parole, e nell’integrazione di processi cognitivi che richiedono una coerenza globale. E’ comunque necessario il coinvolgimento di entrambi gli emisferi per comporre il puzzle complesso che e’ la giustapposizione di significati diversi, responsabili dell’effetto comico di una battuta.
aree tipicamente deputate all’organizzazione degli elementi basilari del linguaggio, come la grammatica e la produzione di parole e di suoni, come la corteccia prefrontale sinistra e la zona a cavallo tra i due emisferi, intervengono invece nella comprensione di un gioco di parole, la cui comicita’ si basa soprattutto sulle assonanze.
Nonostante i percorsi differenti, gli stimoli di entrambi i tipi di battute finiscono sempre per attivare la stessa area del cervello: la corteccia orbitale prefrontale, posta dietro agli occhi. Questa zona e’ infatti responsabile della componente affettiva dell’umorismo e la sua attivazione produce endorfine (oppioidi endogeni) che creano quella sensazione piacevole e gratificante che induce il sorriso: una sua stimolazione elettrica provoca una risata immediata e irrefrenabile.
Inoltre si e’ scoperto perche’ la risata e’ contagiosa: quando qualcuno ride o scoppia in un sussulto di gioia, nel cervello di chi ascolta si attivano le stesse aree che si accendono quando siamo noi stessi a ridere, il cervello istintivamente lo imita, mettendo in moto i muscoli facciali che permettono il sorriso. E’ uno dei meccanismi regolati dai “neuroni specchio” che rinforzano nell’uomo i vincoli sociali.
Ridiamo insomma perche’ ci fa bene, prima che fisicamente (si utilizzano oltre sessanta muscoli) socialmente. L’evoluzione ci ha portato ad attuare questi comportamenti complessi come la risata, il pianto, le emozioni fino a provare l’ amore stesso, recentemente studiato a livello celebrale.
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