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Fegato: definire le basi molecolari per ottimizzare diagnosi e terapia

RICERCA  E APPLICAZIONE CLINICA PER LE MALATTIE DEL FEGATO

 

PERCHE’ UN CENTRO STUDI SUL FEGATO

 

Le malattie del fegato colpiscono una percentuale ancora consistente della popolazione. E’ quindi fondamentale ai fini scientifici definire le basi molecolari delle malattie in modo da ottimizzare le diagnosi e le terapie. La conoscenza della struttura del fegato e dei meccanismi che si associano alla malattia, permette la definizione di mezzi diagnostici più specifici che possono agire sia nell’ambito di una diagnosi precoce che nel campo della prevenzione. Nonostante i progressi fatti, la strada è ancora lunga: le tecniche di ricerca di base devono essere costantemente applicate alla ricerca clinica in modo da ottimizzare la resa.


STRETTA SINERGIA TRA RICERCA E APPLICAZIONE CLINICA
Il Professore Tiribelli sottolinea quindi l’importanza, nonostante i numerosi successi ottenuti negli ultimi decenni, di proseguire nella ricerca delle 

malattie del fegato: la vita umana si è allungata, la popolazione vive molto di più e le complicanze relative al fegato insorgono sempre più facilmente nel periodo di vita attiva. E’ importante quindi che la ricerca prosegua ma soprattutto che parta dal malato. La Fondazione lavora infatti in stretta sinergia con l’Ospedale di Cattinara. Questo “sistema” di compenetrazione tra ricerca e applicazione clinica – sottolinea – poggia su un circuito di competenze di prim’ordine e rappresenta l’unico modello veramente efficiente in grado di generare risultati concreti. 


CAMPO DI INDAGINE ALLARGATO ED ECCELLENZA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE
Oltre agli studi sulle cellule staminali nel campo delle patologie del fegato, la Fondazione Italiana Fegato Onlus è responsabile anche di un importantissimo studio sull’ittero neonatale e si occupa in generale dei meccanismi che regolano il danno cerebrale del neonato. Il Centro ha poi conquistato un rilievo scientifico internazionale anche grazie ad uno studio epidemiologico raccolto all’interno del progetto Dionysos. 

L’IMPORTANZA DELLE RISORSE UMANE
La vera forza della Fondazione sono le risorse umane: a questa realtà scientifica si avvicinano i neolaureati che ambiscono alle borse di dottorato (2/3 posti disponibili per 3 anni), gli studenti di biotecnologie per il tirocinio, fino allo specializzando in gastroenterologia. Il Centro è l’unico in Italia ad avere la strumentazione necessaria per i progetti “bilirubina in vitro”. Ma il centro ospita anche una quantità rilevante di ricercatori stranieri (quasi il 50 per cento): Argentina soprattutto, ma anche Messico, Indonesia, India oltre a paesi europei e US. 

IL TRAPIANTO: RINASCITA IN VITA
Il trapianto di fegato può essere considerato ormai un traguardo raggiunto. Nonostante sia ormai un intervento di routine, il Professore rievoca però la commozione per il suo primo trapiantato che ha partecipato persino alle Olimpiadi del 1984 a Singapore: “Un’emozione immensa, trapiantare un organo è come far nascere una seconda volta”.

UNA STRUTTURA CO-FINANZIATA
La Fondazione si tiene in piedi grazie al contributo dei soci fondatori (prevalentemente enti pubblici) per il 40 %. Il restante 60% invece è coperto da diversi finanziamenti e soprattutto dalle entrate previste dai grants, fondi erogati a scopi di ricerca. Tra gli ultimi ricevuti, il fondo Telethon e National Institute of Health, USA.

IL FUTURO DELLA RICERCA? BISOGNA SAPER OSARE
Il Professore sembra avere una visione ottimistica sul domani: “l’importante è che questo Paese riesca a tenersi i cervelli migliori, a capitalizzare i talenti tenendo sempre altro l’indice di attrazione vero l’esterno. Anche se Trieste è in qualche modo ai confini dell’impero la concentrazione di eccellenze è altissima, confrontabile a livello europeo, ma è necessario dialogare continuamente al di fuori del nostro circuito, alimentare il confronto internazionale. 
“Il mio motto è vola solo chi osa farlo” ricorda ancora Tiribelli indicando un quadretto regalatogli dalla moglie appeso nel suo studio; “la ricerca può andare lontano solo se ci poniamo degli obiettivi alti e se ci impegniamo a renderli concretamente possibili”.

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