Eco-Bio

Nel FRIULI in arrivo ingenti quantità di sementi OGM. Incompatibilità con le tradizionali.

 

A Belluno 80mila ettari di OGM?

Una delle attività che il gruppo Coltivare Condividendo ha svolto in questi anni è stata quella di “girare” per piazze, feste, sagre della provincia di Belluno alla ricerca di sementi antiche. Oltre alle sementi, hanno raccolto anche conoscenze, storie, aneddoti, usanze, costruito relazioni.

“Adesso, questo enorme patrimonio di biodiversità coltivata (oltre 35 varietà di fagioli, una dozzina di mais e altri cereali, legumi, orticole..) tipico di questa provincia è, a detta di molti, messo in serio pericolo!” L’allarme arriva dall’associazione Coltivare Condividendo che, stigmatizzato l’operato dell’Unione Europea, annuncia: un’associazione friulana vuole importare sementi OGM Monsanto e seminarle su 80mila ettari. “Purtroppo il rischio è molto concreto – dicono dall’associazione Coltivare Condividendo – siamo tra più fuochi”.

“In ambito di biodiversità – spiega l’associazione – il nostro maggior timore è legato all’incompatibilità tra le coltivazioni biologiche e tradizionali, e le coltivazioni OGM, a causa del rischio di contaminazione. È stata 

la stessa Bayer ad ammettere (già nel 2009, ndr) che la contaminazione da OGM è un processo fuori controllo. Purtroppo, il rischio di contaminazione da OGM non è un pericolo remoto, dato che un’associazione friulana ha già ribadito di aver fatto giungere dagli Stati Uniti una quantità tale di sementi Monsanto da coltivare oltre 80.000 ettari in tutto il nord Italia”.

Nel 2009 la Corte Federale degli Stati Uniti aveva condannato la Bayer a pagare 2 milioni di dollari di risarcimento a due risicoltori del Missouri (i primi su un totale di 1.000 coltivatori danneggiati), che avevano subito la contaminazione dei propri raccolti da parte del riso transgenico LibertyLink prodotto dalla Bayer. Fu proprio durante questo processo che la Bayer ammise pubblicamente di non essere in grado di controllare la diffusione del riso OGM, nonostante l’applicazione delle “buone prassi” e dei migliori protocolli per evitare la contaminazione.

È bene sapere che, nel 2011, il Friuli Venezia Giulia ha approvato una legge (L.R. 5/2011) che vieta la semina e la coltivazione di OGM su tutto il territorio regionale, mentre in Veneto e nel resto del Nord Italia una normativa del genere non esiste. “Rischiamo – spiega l’associazione-  che il patrimonio di biodiversità coltivata nel bellunese, nel volgere di pochi anni sparisca e si perda a causa di pochi coltivatori che scelgono le sementi OGM (per mero profitto economico) incuranti della devastazione che causano.

L’associazione conclude: “Lanciamo un appello forte e sentito a tutti i bellunesi affinché facciano sentire la loro voce presso le Istituzioni e le Amministrazioni e rispondano al questionario della Comunità Europea ribadendo il loro NO agli OGM. Ci rivolgiamo ad associazioni, gruppi, realtà locali, affinché si discuta, si agisca e si invochi la clausola di precauzione: una moratoria in attesa di dati scientifici certi e incontestabili”.

AIAB