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Lavoro, emergenza giovani: dall’UE un salvagente di 10 miliardi. Ecco di cosa si tratta
Secondo le stime dell’Eurostat ad aprile la percentuale di giovani disoccupati ha toccato un picco mai più visto dopo il 1995: 24,4%. L’Italia con il suo 40,5% di giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro, si attesta al quarto posto, dopo Grecia, Spagna e Portogallo. A ciò, per quanto riguarda la situazione italiana, si aggiunge un esercito di giovani che non lavorano e non studiano.
Sono infatti 2 milioni circa i cosiddetti Need che ipotecano l’1,7% del Pil italiano, in termini di mancate tasse, costi indiretti legati alle spese per la salute, oltre al rischio di aumento della criminalità e perdita di competitività sociale del paese.
L’Italia a partire dal 2014 avrà a disposizione quattro importanti carte da giocarsi nella partita contro la disoccupazione giovanile, ormai piaga della società moderna. Dall’UE dovrebbero arrivare circa 9 miliardi attraverso fondi strutturali e altri 400-600 milioni circa a sostegno del progetto europeo dello youth guarantee. A questo salvagente lanciato dall’UE al nostro paese si aggiunge il sostegno della Banca Europea per gli investimenti e l’incognita legata alla golden rule di cui si discuterà a fine giugno.
10 miliardi dall’UE
La quota maggiore di risorse messe a disposizione dall’UE proviene dai fondi strutturali. Nel periodo 2014-2020 infatti dovrebbero essere destinati all’Italia fondi per 9 miliardi di euro provenienti dal fondo sociale europeo. Questo finanzia progetti per la promozione dell’occupazione, la mobilità e gli investimenti nella formazione dei giovani. Il pacchetto, ormai dato per certo, è ancora oggetto di negoziati da parte del Consiglio UE, della Commissione e dell’Europarlamento.
Di più immediata applicazione sarebbe invece il progetto a “garanzia dei giovani”. La youth guarantee infatti, è stata lanciata dall’UE nel 2012 e pone al centro del progetto i centri nazionali per l’impiego. I fondi messi a disposizione dall’UE sono complessivamente 6 miliardi, nelle casse Italiane ne arriverebbero 400 o 600 milioni nel 2014. Il premier Letta preme affinché questisiano anticipati al 2013. Per ottenere queste risorse il paese interessato deve assicurare
un’offerta di lavoro qualitativamente valida, uno stage o un contratto di apprendistato entro 4 mesi da quando i giovani hanno lasciato la scuola o sono rimasti senza lavoro
Il nodo da sciogliere in questa caso è la mancanza di personale già denunciata in precedenza dagli uffici per l’impiego. Il governo starebbe pensando di facilitare la mobilità all’interno della pubblica amministrazione e attingere personale dalle amministrazioni provinciali che saranno costrette a chiudere.
70 miliardi dalla BEI
70 miliardi è la dote annuale che la banca europea per gli investimenti mette a disposizione per creare linee di credito a sostegno delle imprese, prime tra tutte quelle che garantiscono unachance lavorativa ai giovani. L’iniziativa è ancora in stato embrionale, ma il piano è comunque stato annunciato dal presidente Werner Hoyer in un’intervista ad un giornale tedesco.
Golden Rule
Ancora più complicata forse la partita che si sta giocando sulla golden rule. Si tratta della possibilità di scorporare dal calcolo del deficit pubblico parte del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali destinati all’occupazione. La trattativa è tuttora in corso, e l’Italia si presenta tra i primi paesi interessati alla partita. Questa possibilità, che sarebbe comunque realizzabile nel 2014, sarà discussa al vertice UE di fine giugno e alla riunione dei ministri fissata per il 3 luglio a Berlino.
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