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400 milioni di persone nel mondo affette da rinite allergica. Tra i bambini, la percentuale supera il 35%. In Italia è del 15%. Gli esperti del Bambino Gesù: “Favorire l’attuazione delle linee guida”. No ai decongestionanti nasali, sì alle vaccinazioni specifiche. E a Roma spunta una inedita allergia: all’ambrosia.
400 milioni di persone. E la stima è conservativa. E’ il numero di chi – nel mondo –soffre dirinite allergica, vale a dire poco meno di un decimo della popolazione dei cinque continenti. Che non si tratti di una patologia banale, lo dimostrano alcuni fatti: la rinitepeggiora la qualità della vita, facilita lo sviluppo dell’asma e, se non curata, ne rende più difficile il controllo. Viceversa, il trattamento della rinite, specie con l’immunoterapia specifica, diminuisce le spese (sia in termini di salute che economici) per la cura dell’asma. Le dimensioni del fenomeno – spiegano gli esperti del Bambino Gesù – impongono di inserire le riniti allergiche nell’elenco delle malattie non comunicabili (cioè non infettive) stilato dall’ONU. Lo scopo è aumentare la ricerca
finalizzata alla prevenzione e incentivare l’attuazione delle linee guida. Se ne è parlato oggi nel corso del convegno “Club allergologici: la rinite allergica nell’infanzia” promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nella nuova sede di Roma-San Paolo, presente una dei massimi esperti mondiali di allergie, Ruby Pawankar.
Nei Paesi studiati a tappeto con il questionario ISAAC (International Study of Asthma and Allergies in Childhood), la percentuale di bambini con rinite allergica,nell’ultimo anno,oscillatra il 5 ed il 22,6%,mentrel’incidenza cumulativaarriva a superare il 35%. Nella classifica l’Italia si posiziona a metà strada, con 15 giovanissimi su 100 che ne soffrono; primato negativo per Hongkong (22,6%) e percentuale al 5,5% per l’Albania.Nonostante la rilevanza del dato internazionale, oggi la rinite allergica resta una delle patologie più sottodiagnosticate dell’infanzia. Per questo motivo rappresenta il campo ideale per l’applicazione e lo sviluppo di apposite linee-guida che, migliorando il percorso diagnostico e di cura, potrebbero favorire la riduzione del fenomeno.
E’ stata l’OMS nel 1999 a concepire le linee-guida ARIA (The Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma) poi pubblicate nel 2001 e rinnovate nel 2010. In quest’ultima edizione è stata sottolineata l’importanza della prevenzione, raccomandando di evitare il fumo di seconda mano e di mantenere un ambiente il più possibile libero da acari della polvere, di evitare i decongestionanti nasali e di vaccinare i bambini allergici il prima possibile con terapie iposensibilizzanti specifiche.
Il principale interlocutore dell’ONU per l’inserimento delle patologie allergiche tra le malattie non-comunicabili del XXI secolo – così da poter disegnare ulteriori strategie preventive – è la WAO – World Allergy Organization. La WAO, per il suo ruolo globale, sviluppa e diffonde le linee-guida (ora presenti in 50 Paesi del mondo) a tutti i livelli: dai pazienti ai pediatri. La presidente dell’Organizzazione, Ruby Pawankar, che in occasione del convegno al Bambino Gesù ha tenuto una relazione su questi temi, è la protagonista di questo dialogo tra WAO e Palazzo di Vetro.
L’era delle malattie infettive è tramontata con l’uso di antibiotici e vaccinazioni. La maggior parte dei decessi nel mondo è oggi imputabile a patologie non infettive, le cosiddette malattie “non comunicabili”, appunto. Tra queste compaiono le malattie cardiovascolari, i tumori, le patologie respiratorie croniche, l’obesità, il diabete, le malattie renali e quelle mentali. Il riconoscimento delle le riniti allergiche in questo elenco, grazie al conseguente aumento di risorse e di possibilità di ricerca, rappresenterebbe un importante passo verso nuove ed efficaci strategie preventive e verso la riduzione del numero delle mancate diagnosi.
TABELLA: Incidenza della rinite allergica nei bambini (Questionario ISAAC 2012)
Hongkong
22,6%
Malta
20,9%
USA
19,1
Polonia
18,9
Nuova Zelanda
18
Giappone
17,6
Argentina
16,9
Brasile
15,8
Finlandia
15,5
Italia
15,5
Irlanda
15,5
Germania
15
Cina Continentale
10,4
Albania
5,5
AMBROSIA: LA NUOVA ALLERGIA ESTIVA DEI ROMANI
Mentre nella Capitale si discute di starnuto globalizzato,il mese di agosto porta proprio aRoma e nel Centro Italia unanuova allergia, fino ad ora “sconosciuta” in quest’area del Paese. Se il bambino, a primavera finita, continua a starnutire o strofinarsi il naso per il prurito, potrebbe essere allergicoall’ambrosia, una pianta erbacea originaria dell’America.
Gli specialisti dell’Ospedale PediatricoBambino Gesù segnalano che tra i piccoli sottoposti a valutazione allergologica e trovati allergici ai pollini, sono stati il 3% nel primo semestre dell’anno quelli sensibili all’ambrosia. Fino ad oggi quest’allergia aveva interessatosolo le regioni settentrionali dell’Italia.
A Roma l’ambrosia non è certo una novità, se veniva consumata sulle mense dell’età imperiale come ‘nettare degli dei’. Tuttavia l’ambrosia non è mai fiorita in area mediterranea. È invece pianta erbacea originaria dell’America: negli Stati Uniti ben il 40% della popolazione risulta essere allergico. La pianta arriva a produrre fino a mille miliardi di granuli di polline e a saturare l’aria di due milioni di granuli per metro cubo. In Europa ha attecchito nella valle del Rodano e in Ungheria, per poi passare in Austria ed infine nel Nord Italia. In Lombardia la lotta a questa pianta è divenuta obbligatoria per legge.
L’arrivo dell’ambrosia nella Capitale era stato segnalato dai botanici già da qualche anno. La stagione pollinica romana inizia a febbraio–giugno con gli alberi (cipresso, nocciolo, olmo, frassino, pioppo, betulla, ontano, carpino, platano, quercia, olivo) e le graminacee, ma sviluppa una seconda ondata in estate-autunno. Protagoniste ne sono erbe come il farinaccio, l’artemisia, il tarassaco, le poligonacee e l’ambrosia. Qualche anno dopo essere entrata nel teleobiettivo dei pollinologi, quest’erba comincia ora a colpire i bambini di Roma e del Centro Italia, dove si registra la prima incidenza sensibile della presenza dell’allergia.
Il periodo di fioritura dell’ambrosia ha inizio a partire dal mese di agosto. La grande quantità di polline prodotto è la causa della forte allergenicità posseduta da questa pianta, che può causare inoltre fenomeni di sensibilizzazione verso altre composite. L’erba nasce al di sotto dei 400 metri di altitudine e predilige i bordi delle strade, le massicciate ferroviarie, i terreni incolti e si trova anche nelle coltivazioni come infestante. Come è arrivata in Europa, in Italia, a Roma? Dapprima via cargo (probabilmente con sementi di cereali importate dagli USA) e ora via autostrada. Infatti il polline di ambrosia ha piccoli aculei che lo agganciano aglipneumatici dei veicoli e – partendo dall’aeroporto di Malpensa – si è diffusa in Lombardia, Piemonte, Emilia e ora fa capolino al Centro Italia.
I sintomi si curano come quelli di altre pollinosi, anche se c’è da tener presente che quella all’ambrosia è una rinite particolarmente forte e può quindi essere necessario spingere le dosi oltre a quelle, per esempio, delle graminacee. Fortunatamente, i vaccini per l’ambrosia sono molto efficaci, godono di ampia sperimentazione e possono arrivare a cambiare il trend di andamento del disturbo.
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