Genetica

Omicidio o morte naturale?

Omicidio o morte naturale?
Dalla Sapienza un test per la diagnosi delle morti da asfissia a servizio della medicina legale

I patologi forensi sono spesso chiamati a rispondere sulle possibili cause di morte in assenza di segni evidenti sul cadavere che possano ricondurre al motivo specifico del decesso.

Lo studio della Sapienza, pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Legal Medicine, propone l’impiego di un nuovo marcatore, rilevabile nel tessuto polmonare mediante tecniche immunoistochimiche, in grado di contribuire alla diagnosi differenziale di morte per asfissia meccanica acuta, ovvero nei casi di impiccamento, strangolamento, soffocamento, annegamento, intasamento.

Questo nuovo marcatore potrebbe diventare un elemento di prova e contribuire  in modo 

dirimente in quelle diagnosi di asfissia dove è importante escludere, per esempio, il sospetto di infanticidio dalla morte improvvisa del neonato, o di omicidio volontario nella morte per cause naturali dell’anziano, nel caso in cui siano coinvolti interessi economici e testamentari.

La ricerca è stata condotta utilizzando campioni di tessuto polmonare, prelevati da persone decedute per asfissia meccanica, e confrontati con quelli provenienti da soggetti intossicati da monossido di carbonio (CO), morti per overdose da oppiacei e morti per cause naturali o trauma cranico.

“La ricerca descrive in maniera approfondita – precisa la Rossana Cecchi – l’espressione di due proteine, importanti nelle reazioni infiammatorie, prodotte dalle cellule endoteliali (selectine P ed E), della proteina A del surfactante alveolare (SP-A) e del Fattore indotto dall’Ipossia -1α (HIF-1α), a seguito della mancanza di ossigeno a livello polmonare determinata dall’asfissia meccanica rispetto ai casi controllo. L’HIF-1α è la proteina che ci ha dato maggior soddisfazione perché è risultata espressa negli endoteli dei vasi polmonari dei casi asfittici in misura nettamente superiore rispetto ai casi controllo. Se questi risultati venissero confermati da ulteriori studi, l’HIF 1-α potrebbe effettivamente diventare un elemento di prova di asfissia meccanica”.  

Il progetto di ricerca è stato realizzato nell’ambito di una collaborazione tra le sezioni di Medicina legale (Rossana Cecchi e Cristina Sestili), di Istologia ed Embriologia Medica (BarbaraMuciaccia  e ElenaVicini ) afferenti al Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico-Legali e dell’Apparato Locomotore, del CASPUR (GianlucaProsperini ) della Sapienza, e dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Padova (GiovanniCecchetto  e GuidoViel ).

Fonte: UNIVERSITA’ LA SAPIENZA-ROMA
Professoressa Rossana Cecchi