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E il coordinatore del progetto a Conakry è un italiano, che domani rientrerà in Europa.
Leggerete le sue dichiarazioni nel comunicato, ma non esitate a contattare Medici senza frontiere per ulteriori approfondimenti. I contatti in questo momento non sono facilissimi ma proveremo a mettervi in contatto.
Il credit della foto allegata è Kjell Gunnar Beraas/MSF
Conakry/Bruxelles/Roma, 31 marzo 2014 –Con otto casi confermati di Ebola nella capitale Conakry, Medici Senza Frontiere (MSF) sta assistendo ad un’epidemia senza precedenti nei termini della distribuzione dei casi in diverse località della paese. “Stiamo assistendo a un’epidemia di proporzioni mai viste prima in termini di distribuzione di casi nel paese: Gueckedou, Macenta Kissidougou, Nzerekore, e adesso Conakry” dichiara Mariano Lugli, Coordinatore Progetto per MSF a Conakry. MSF continua a rafforzare le sue équipe. Per la fine della settimana, ci saranno circa sessanta operatori internazionali con esperienza di febbre emorragica tra Conakry e la zona Sud-Est del paese. Tra gli operatori sul campo ci sono dottori, infermieri, epidemiologi, esperti di acqua e servizi igienico-sanitari e antropologi. Inoltre, più di 40 tonnellate di materiali sono state inviate nel paese per cercare di arginare la diffusione della malattia. “MSF è intervenuta durante quasi tutte le epidemie di Ebola degli ultimi anni, ma erano molto più contenute geograficamente e riguardavano aree più remote. Questa diffusione geografica è preoccupante, perché complicherà di molto il compito delle organizzazioni che lavorano per controllare l’epidemia” dichiara Lugli. A Conakry, MSF ha rafforzato la propria attività per l’isolamento dei pazienti nell’ospedale di Donka, in collaborazione con le autorità sanitarie della Guinea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Altri pazienti, in altre strutture sanitarie, sono ancora ospedalizzati in condizioni non-ottimali: il grado di isolamento deve essere rafforzato nei prossimi giorni. Le équipe MSF stanno anche cercando un posto dove realizzare una nuova struttura per supportare ulteriormente le autorità sanitarie locali. Allo stesso tempo, MSF ha già iniziato a identificare persone che potrebbero essere entrate in contatto con i pazienti attuali. Cercare potenziali pazienti, e se necessario isolarli, è l’unico modo per interrompere la catena di trasmissione del virus. Attualmente non esistono vaccini o cure contro l’Ebola. Nelle ultime due settimane nella zona sudorientale del paese – nelle città di Guekedou e Macenta – MSF ha organizzato rapidamente delle équipe e installato due strutture per l’isolamento dei pazienti. La sensibilizzazione e l’identificazione di nuovi casi avviene con l’aiuto della comunità. In questa regione, l’isolamento dei pazienti che sono stati identificati aiuterà a controllare la diffusione del virus. “A diffondersi in Guinea è il ceppo Zaire del virus dell’Ebola: il più aggressivo e mortale. Uccide più di 9 pazienti su 10” ha detto Michel Van Herp, un epidemiologo di MSF attualmente a Guekedou. “Per fermare l’epidemia, è importante tracciare la catena di trasmissione. Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione.” Ad oggi, le autorità sanitarie in Guinea hanno registrato 122 pazienti sospetti e 78 morti. Altri casi, sospetti o diagnosticati, sono stati individuati in Sierra Leone e Liberia. “E’ importante che le autorità locali e l’OMS aiutino le strutture mediche ad applicare le necessarie misure di igiene” afferma Van Herp.
MSF lavora in Guinea dal 2001 su progetti a supporto del trattamento contro l’HIV/AIDS e la malaria.
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