Scienze e società

Scienza e mediazione diplomatica per arrivare a benefici globali.

Scienza e diplomazia trovano applicazione ovunque

Parte alla TWAS di Trieste il primo corso che insegna a gestire temi scientifici con i guanti bianchi della mediazione diplomatica

twas

Trieste – Esperti di scienza e diplomazia possono far sentire la propria voce in molti contesti, anche apparentemente lontani da quelli tradizionali che si intrecciano con la politica in senso stretto. Questo il messaggio con cui si è aperto oggi il primo corso di Scienza e Diplomazia, organizzato dalla TWAS, accademia mondiale delle scienze, in partnership con l’Associazione americana per il progresso della scienza (AAAS).

Romain Murenzi, direttore esecutivo dell’accademia, ha portato alcuni esempi in cui, tramite la mediazione di scienza e diplomazia, si potrebbero ottenere benefici globali. Uno degli esempi, ha detto, riguarda la tutela della biodiversità e delle specie in pericolo di estinzione, come i gorilla di montagna che abitano le alture a cavallo tra Uganda, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo: per difendere le ultime colonie che ancora sopravvivono nella regione, infatti, bisognerebbe tutelarne il territorio, oggi teatro di guerre civili, portando argomenti scientifici declinati secondo le regole della diplomazia internazionale.

“Numerosi problemi che il mondo deve oggi gestire e risolvere -dall’energia all’alimentazione, dalla protezione dai disastri naturali all’adattamento al clima- si possono affrontare intersecando scienza e diplomazia” ha sottolineato Murenzi. “Perciò sono lieto che siate venuti alla TWAS da ogni parte del mondo, per seguire questo corso e acquisire nuove professionalità”.

Il corso Scienza e diplomazia durerà fino a venerdì 13 giugno e sarà seguito da una trentina di partecipanti, che già lavorano come esperti scientifici o diplomatici nei paesi di origine, i quali sono in cerca di nuove competenze con cui arricchire il loro curriculum. Tra i paesi intervenuti (più di 30) figurano: Oman, Sud Africa, Filippine, Australia, Libano, Pakistan, Cina, Brasile, India e altri ancora.

Vaughan Turekian, esperto di scienza e diplomazia della AAAS, ha illustrato gli obiettivi del corso e le modalità con cui si svolgeranno le lezioni. Nel corso di cinque giornate di lavoro, ha spiegato, gli “studenti” provenienti da 32 paesi del mondo seguiranno lezioni su argomenti specifici – per esempio, sul ruolo del consigliere scientifico nei ministeri stranieri, o delle organizzazioni non governative e la diplomazia scientifica. E saranno chiamati a svolgere simulazioni di gruppo, in cui affrontare progetti e iniziative di diplomazia in ambito scientifico partendo da un’idea di base, per svilupparla poi ed esaminare le implicazioni regionali politiche del progetto, inquadrando il ruolo delle diverse comunità coinvolte.

Alla mattinata di apertura è intervenuto anche David Hilmers, ex astronauta della Nasa ora in forze al Baylor College di medicina, il quale è impegnato in nuove attività che interessano sanità pubblica e salute infantile. “È importante – ha detto Hilmers – che ci sia collaborazione nel settore farmaceutico fra paesi in via di sviluppo, paesi sviluppati e aziende del farmaco. Solo lavorando assieme si possono limitare certe malattie e creare società più sane e forti, a beneficio di tutti”.

Hilmers ha poi descritto un progetto che gli sta molto a cuore, in cui è coinvolto in prima persona. “È importante che si cerchi di combattere la malnutrizione infantile. Offrendo cibi fortificati ai bambini dei paesi in via di sviluppo, arricchiti con calcio, ferro e vitamina A, possiamo prevenire molte malattie e ottenere grandi miglioramenti a livello di collettività”.

Facendo riferimento ai suoi trascorsi alla Nasa, Hilmers ha anche ricordato gli importanti progressi ottenuti nel settore del monitoraggio spaziale, cioè del controllo sui detriti che viaggiano nello spazio e che potrebbero anche impattare sul nostro pianeta. “Secondo alcuni calcoli – ha aggiunto – è possibile che nel 2032 un grosso oggetto spaziale entri in rotta di collisione con la Terra, nei pressi del Nicaragua. Con calcoli giusti potremmo farlo deviare e cadere sull’oceano Pacifico. In situazioni come questa, la collaborazione diplomatica che poggi su solide basi scientifiche è quanto mai importante”.

 Rachel Parker di USAID, introdurrà il tema Scienza e sviluppo. A seguire, si parlerà di Cern, del Centro di Fisica Abdus Salam e del progetto Iter come di esempi virtuosi da studiare.