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AL BAMBINO GESÙ IL PALLONCINO CHE SI INGOIA PER RIDURRE LA FAME

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Una pillola di appena 6 grammi usata per la prima volta in campo pediatrico

 

 

In Italia il 25% dei bambini è in sovrappeso, mentre il 13% è addirittura obeso. Non sempre, purtroppo, le strategie dietetiche-comportamentali riescono a mettere sotto controllo il problema per cui si rendono necessari trattamenti non convenzionali. Tra questi il metodo meno invasivo prevede l’inserimento di un palloncino che viene gonfiato all’interno dello stomaco per indurre il senso di sazietà e aiutare così il paziente a seguire una dieta più corretta e dimagrire in maniera significativa.  Al Bambino Gesù di Palidoro è stata utilizzata per la prima volta in campo pediatrico una metodica che permette di posizionare i palloncini semplicemente ingoiando una pillola.

 

Fino a poco tempo fa,  infatti, questi palloncini venivano inseriti pervia endoscopica, ma oggi è disponibile una procedura alternativa che permette al paziente di inghiottire semplicemente una “pillola”, del peso di  appena 6 grammi, che verrà poi gonfiata all’interno dello stomaco attraverso un sottile tubicino (dal diametro inferiore al millimetro).

 

“Costituito da una membrana sottilissima – spiega il dott.Francesco De Peppo, Responsabile della Chirurgia Pediatrica Generale del Bambino Gesù di Palidoro – il palloncino è studiato per resistere agli acidi dello stomaco ed è praticamente indistruttibile. Gonfiandolo  con un gas più leggero dell’aria – l’azoto –  facciamo sì che vada a posizionarsi nella parte alta dello stomaco, nel fondo gastrico, interagendo con i recettori dell’appetito ed inducendo un senso di sazietà precoce”.

 

La nuova procedura era stata finora applicata solo agli adulti, ma l’Unità di Chirurgia del Bambino Gesù di Palidoro l’ha di recente utilizzata  – per la prima volta – su un bambino di 11 anni, con Indice di Massa Corporea (IMC o Body Mass Index, BMI, è il rapporto tra peso e  altezza del paziente) pari a 33 e un eccesso ponderale di oltre 30 chili rispetto al peso forma per altezza ed età.

 

«Il bambino sul quale è stata utilizzata per la prima volta questa procedura – continua il dottor De Peppo – è riuscito a deglutire il palloncino al primo tentativo e, nel momento in cui lo abbiamo gonfiato con l’azoto, ci ha assicurato di non aver provato alcun dolore ma, al più, una “sensazione di bolle che si muovono”. Dopo circa un mese dal primo palloncino, ne abbiamo inserito un secondo (se possono inserire fino a tre) per aiutare il bambino a seguire lo schema dietetico fissato dal medico».

 

In questo modo il paziente può sentirsi sazio senza la fastidiosa sensazione di ingombro e peso allo stomaco provocata dal palloncino di vecchia generazione.

 

Finora il nuovo palloncino è stato utilizzato in altri dieci pazienti, di età variabile tra 10 e 17 anni, e con Indice di Massa Corporea compresi tra 33 e 43 (si tratta di bambini e adolescenti che arrivano a pesare anche 130 chili).

 

Grazie a questa nuova metodica, il Bambino Gesù è ora in grado ditrattare a 360° i problemi legati all’obesità patologica in età pediatrica e adolescenziale: infatti oltre alla grandissima attività svolta dai nutrizionisti, epatologi ed endocrinologi sui programmi di educazione alimentare, il nuovo palloncino endo-gastricodeglutibile si va ad aggiungere al palloncino tradizionale (preferibile nei pazienti con BMI molto elevato) e agli interventi chirurgici laparoscopici di tipo restrittivo (riduzione della capacità gastrica) come la sleeve gastrectomy o di tipo malassorbitivo (come il By-pass o in casi estremi la diversione bilio-pancreatica). I casi da proporre per la chirurgia dell’obesità vengono selezionati in maniera collegiale e multidisciplinare da dietisti, epatologi, endocrinologi, esperti del metabolismo e psicologi.

 

«Un altro vantaggio del nuovo palloncino  – aggiunge De Peppo – è che può essere utilizzato su bambini con indici di massa corporea compresi tra 30 e 35 (col vecchio sistema, invece, si potevano trattare solo pazienti con IMC superiore a 35). In questo modo sarà possibile intervenire più precocemente sui casi di obesità patologica, senza dover aspettare che la situazione si aggravi ulteriormente».

 

Recentemente è stata attivata anche un’altra importantissima attività correlata al programma di trattamento dell’obesità patologica con l’esecuzione di interventi di chirurgia plastica (addominoplastica, liposuzione, ecc.) nei pazienti con ridondanza cutanea dopo importanti cali ponderali (oltre 40-50 Kg) successivi ad intervento chirurgico.

 

I NUMERI DEL FENOMENO

L’obesità in età pediatrico-adolescenziale rappresenta un problema sempre più importante per l’elevato numero di soggetti interessati con almeno 1 bambino su 3 sovrappeso od obeso: secondo il Sistema di Sorveglianza, “OKKIO alla SALUTE”, nell’ultima osservazione del 2012, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, il 22.1% dei ragazzi italiani di età 8-9 anni è in sovrappeso e il 10.2% è obeso. Le percentuali più elevate di sovrappeso e obesità si riscontrano nelle regioni del Centro-Sud: in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata l’eccesso ponderale riguarda più del 40% del campione, mentre Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige sono sotto il 25%. Il Lazio è in linea con la media nazionale e registra percentuali di circa il 35%.