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Un vento che soffia inaspettato. Senza rispetto dei luoghi e delle persone. Colpisce ancora una volta i punti deboli, indifesi. Più lo contrasti e più ti spazza via. Lentamente soffia qua e là, però in USA manifesta tutta la sua mancanza di rispetto.
Il rispetto delle regole di umanità prima ancora che di civiltà. Si, si parla del nuovo decreto del presidente Trump che ristabilisce la sospensione del programma di reinsediamento dei rifugiati negli Usa e istituisce un divieto d’ingresso temporaneo a coloro che provengono da sei paesi a maggioranza musulmana.
Un ennesimo decreto del presidente Trump che si ostina a chiudere le porte in faccia a coloro che fuggono esattamente da quel terrore che lui sostiene di combattere e che sarà ricordato come uno dei peggiori capitoli della storia degli Usa.
Una decisione che viene fatta passare con l’idea che misure del genere siano prese nell’interesse della sicurezza nazionale. Una forma di qualunquismo, ipocrisia e prepotenza che non trova nessuna condivisione da cittadini ,da politici della sua stessa parte,( e cacciati via) da organizzazioni mondiali e da altri governi e fortemente criticata da Amnesty International.
Questo nuovo decreto non fa altro che ristabilire molti dei più detestabili aspetti del precedente, calpesta i valori che gli Usa da tempo dichiarano di sostenere e minaccia di azzerare le speranze di migliaia di rifugiati che erano in attesa del reinsediamento negli Usa.
Aver fatto chiarezza sui residenti permanenti è solo un tentativo di evitare ulteriori problemi giudiziari. L’impianto anti-musulmano che è alla base di questo nuovo decreto dovrebbe apparire evidente a chiunque abbia seguito la lunga campagna di Trump per diffondere la paura tra le persone di fede musulmana.
Stiamo parlando di famiglie fuggite dalle rovine di Aleppo, di persone scappate dalle bombe e dalla fame in Yemen: persone in fuga da una minaccia alla loro sicurezza che meritano solamente protezione.
Misure del genere non renderanno nessuno più sicuro e saranno musica per le orecchie degli estremisti e dei violenti secondo i quali gli Usa sono in guerra contro l’Islam.
L’intenso riverbero mediatico che accompagna ogni mossa del presidente Trump non deve distrarci dal fatto che negli Usa stanno venendo meno impegni sui diritti umani presi da lungo tempo.
Il nuovo decreto è errato e controproducente. Perché un 2016 basato su demonizzazione, odio e paura, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Trenta dello scorso secolo. Un numero elevato di politici sta rispondendo ai legittimi timori nel campo economico e della sicurezza con una pericolosa e divisiva manipolazione delle politiche identitarie allo scopo di ottenere consenso, secondo Amnesty International.
La fabbrica che produce divisione e paura ha assunto una forza pericolosa nelle questioni mondiali. Da Trump a Orbán, da Erdoğan a Duterte, sempre più politici che si definiscono anti-sistema stanno brandendo un’agenda deleteria che perseguita, usa come capri espiatori e disumanizza interi gruppi di persone.
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