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Come si spiegano queste anomalie?

CLIMA IMPAZZITO

USA, E’ FINALMENTE TERMINATA UNA SETTIMANA DA INCUBO

IVAN GADDARI da Meteo giornale

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L’ultima settimana di luglio, anche negli USA, è stata a dir poco anomala. Un clima simil-autunnale ha interessato gran parte del Midwest e i settori orientali degli Stati Uniti, mentre un sistema depressionario a lenta evoluzione stazionava sulle Great Plains generando inondazioni su zone precedentemente colpite da siccità.

Ovviamente non sono mancati violentissimi temporali, principalmente ad inizio settimana, e vi sono stati dei tornado nel Midwest, negli Stati del sud e persino nel New England. Un tornado EF-0 ha toccato terra presso Wolcott, nel Connecticut, mentre su Revere, nei pressi di Boston nel Massachusetts, un EF-2 ha causato ingentissimi danni nella giornata di lunedì.

Sempre lunedì sono state osservate due trombe d’aria ravvicinate nei pressi di Denver, in Colorado. Una delle due ha toccato terra nei pressi dell’aeroporto, costringendo decine di persone a cercare riparo all’interno della struttura.

Ma non sono state solo le tempeste a farla da padrone. Un blocco d’aria relativamente fredda ha investito tutto il Midwest e gli Stati orientali. Mercoledì mattina, ad Atlanta, è caduto il record di 16°C gradi di minima che persisteva dal 1939: il termometro ha raggiunto i 15°C. Un altro record è stato frantumato presso Birmingham, in Alabama, dove la minima ha toccato 13.8°C. Il record precedente era di 16,1°C registrato nel 1994.

pubblicato il 02-08-2014

 

 

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ACCADE NEL MONDO

EBOLA, NOI IN ITALIA POSSIAMO STARE TRANQUILLI?

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Secondo il nostro Ministero della Salute non ci sono problemi ( ?! ), tuttavia ammette l’esistenza di «un rischio remoto di importazione dell’infezione», ma ricorda che «l’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi in cui è presente ebola e che altri Paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti». «Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare – si legge ancora -, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione “Mare Nostrum”». E qui già non siamo d’accordo, si perché se un immigrato manifesta l’infezione durante la traversata prima d’arrivare sulle nostre coste, finirà per infettare buona parte dei suoi compagni di viaggio. Ebola infatti si trasmette per contatto diretto, immaginate quindi stipati come sono cosa vuol dire contatto. Arriva così il malato di ebola, viene subito messo in quarantena, mentre tutti gli altri che nel frattempo stanno bene, ma che stanno incubando la malattia, vengono dirottati nelle già affollate strutture di accoglienza. Immaginate cosa potrebbe accadere poi. Ormai alle dichiarazioni trionfalistiche e ottimistiche del nostro governo non ci crede più nessuno, visto che giorno dopo giorno precipitiamo sempre di più in un baratro sociale ed economico senza fine. Non siamo quindi tranquilli soprattutto se ebola, come teme l’OMS, diventerà una pandemia mondiale.

L’Inghilterra e gli USA invece sono più realisti di noi. Per questi Paesi il  virus, che ha già ucciso circa 800 persone è infettato almeno altre 3000 individui, è diventato ufficialmente «una minaccia», secondo quanto ha dichiarato alla Bbc il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond.
Il comitato d’emergenza ‘Cobra’ (Cabinet Office Briefing Room A) sulla
diffusione della malattia si è riunito il 30 luglio a Londra. Anche se non sono stati registrati casi nel Paese, il governo di Sua Maestà ha ritenuto necessario alzare il livello di guardia negli aeroporti e per chi proviene dall’Africa.
In particolare negli USA le autorità sanitarie, hanno messo in guardia gli addetti alle dogane e lo staff di servizio negli aeroporti, invitati a prestare la massima attenzione ai sintomi dei passeggeri che potrebbero rivelare l’insorgere della malattia. Un avviso urgente è stato diramato anche in Inghilterra soprattutto ai medici generici..

Intanto in Africa la Liberia ha sospeso tutte le partite di calcio per limitare i rischi di contagio (che nel Paese ha già colpito 300 persone uccidendone 139), la presidente Johnson Sirleaf ha ordinato la chiusura delle frontiere e la messa in quarantena delle comunità più colpite. E la principale compagnia aerea della Nigeria ha deciso di non effettuare più voli né in Liberia, né in Sierra Leone. Altri Paesi vicini al focolaio del virus stanno per chiudere le frontiere.

Da noi la Farnesina sconsiglia di intraprendere viaggi nell’Africa Sub – sahariana, ma chi per lavoro non né può fare a meno, consiglia di evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei ed evitare il contatto con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche precauzioni è consigliato di evitare in maniera tassativa contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, di evitare di consumare carne di animali selvatici, di lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, e, infine, lavarsi frequentemente le mani.

      Ma se la situazione dovesse degenerare in maniera incontrollabile, come la mettiamo con il continuo traghettamento di migranti dalle coste africane alle nostre? Che facciamo, respingiamo tutta questa povera gente in mare aperto o cos’altro? Il nostro governo ha pensato a tutto questo? Ha predisposto un piano B? Oppure, come spesso accade, si resta nel vago, nell’indecisione più completa, sperando che qualche buon Dio provveda ad affrontare  problemi che noi non riusciamo a risolvere.

PER SAPERNE DI PIU’ SU EBOLA

da Wikipedia

L’ebola è un virus appartenente alla famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l’uomo, che causa una febbre emorragica. Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo. Finora sono stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l’uomo. Fin dalla sua scoperta, il virus ebola è stato responsabile di un elevato numero di morti. Verosimilmente il virus viene trasmesso all’uomo tramite contagio animale. Il virus si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Considerati l’alto tasso di letalità, la rapidità del decesso, la localizzazione geografica delle infezioni (frequentemente in regioni isolate), il potenziale epidemiologico tuttavia è considerato di basso livello.

L’ebola pare essere un virus zoonotico fra le popolazioni di gorilla di pianura dell’Africa centrale. Nel 2005, tre specie di pipistrelli sono state identificate come portatrici del virus ma, non mostrando i sintomi, sono state ritenute ospiti naturali, o riserve virali.

La febbre emorragica dell’ebola è potenzialmente mortale e comprende una gamma di sintomi quali febbre, vomito, diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna e esterna. Il tasso di mortalità è estremamente alto, variabile dal 50 all’ 89% secondo il ceppo virale, e un trattamento tramite vaccino non è tuttora disponibile.  La causa della morte è solitamente dovuta a shock ipovolemico o sindrome da disfunzione d’organo multipla.

Potenzialmente il virus potrebbe essere utilizzato come arma biologica: come agente di bioterrorismo, il virus è classificato di categoria A. La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall’elevata mortalità e dal livello di contagio: un’epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l’intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia.

È significativo che nessuno dei ceppi di ebola noti abbia una trasmissibilità di tipo aereo; solo il tipo ebola Reston (dalla città di Reston, Virginia, dove fu identificato in un tipo di scimmia) sembra sia di tipo aereo.

 

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da:

Biologico a gonfie vele in Italia. Siamo Paese leader in Europa

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All’inizio dell’anno aumento dei consumi più alto dal 2002. Gli operatori del settore biologico, al 31 dicembre 2013, risultano essere 52.383, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012.

 Secondo lo studio, Bio in cifre 2014 del Sinab,  i consumi nel mercato italiano del biologico sono cresciuti. Nonostante la crisi economico-finanziaria, il mercato italiano del bio continua a espandersi, confermando una dinamica positiva in atto ormai dal 2005.
Sulla base delle elaborazioni Ismea dei dati del Panel famiglie Gfk-Eurisko, nei primi cinque mesi del 2014 gli acquisti domestici di biologico confezionato nella GDO sono aumentati del 17,3% in valore, mentre nello stesso periodo la spesa agroalimentare è risultata in flessione (-1,4%).

Il comparto biologico sembra quindi ancora andare in netta controtendenza rispetto al settore food nel suo complesso, oltre che mostrare un promettente tasso di incremento che apre speranze su un possibile ampliamento della quota di mercato nell’ambito dei consumi nazionali.
La dinamica dell’anno in corso è dipesa in modo particolare dai forti aumenti fatti registrare dalla pasta, dal riso e dai sostituti del pane e dalla categoria “zucchero, caffè e tè”. Incrementi dall’11 al 15% si registrano per gli ortofrutticoli freschi e trasformati e i biscotti, i dolciumi e gli snack.
Aumenti molto più contenuti si registrano invece per le uova (+5,2%), i lattiero -caseari (+3,2%) e le bevande bio (+2,5%), mentre molto buoni sono risultati gli incrementi per il miele e per gli omogeneizzati, sebbene in associazione a valori di mercato abbastanza contenuti.

Gli operatori del settore biologico, al 31 dicembre 2013, risultano essere 52.383, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012.

I produttori esclusivi sono 41.513; 6.154 i preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 4.456 che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 260 operatori che effettuano attività di importazione.

È in aumento rispetto al 2012 anche la superficie coltivata secondo il metodo biologico, che al 31 dicembre 2013 risulta pari a 1.317.177 ettari (circa il 10% del totale della superficie coltivata nazionale) con un aumento complessivo annuale del 12,8%.

I principali orientamenti produttivi sono i pascoli, il foraggio e i cereali. Segue, in ordine di estensione, la superficie investita ad olivicoltura.

Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati evidenziano rispetto allo scorso anno un aumento consistente, in particolare per gli equini (+38,7% del numero di capi, che tuttavia registrano in termini assoluti valori naturalmente contenuti) e per la categoria “altri animali” (+31,4% del numero di capi), nella quale rientrano ad esempio i conigli.

“Siamo leader in Europa nel settore bio – ha commentato il Ministro Martina – e il trend positivo di crescita del comparto sotto il profilo produttivo e dei consumi ne è la conferma. Parliamo di un settore che vale 3 miliardi di euro nel nostro Paese e che riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale. Durante il semestre italiano di Presidenza dell’Ue lavoreremo sulla riforma della normativa europea sul biologico, sulla quale già nel primo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles si è aperto un positivo dibattito”.

“Il quadro del bio delineato dal Sinab – ha aggiunto il Viceministro Andrea Olivero, che ha la delega all’agricoltura biologica – è positivo e incoraggiante, soprattutto per quella parte di agricoltura ‘green’. La sostenibilità premia: mentre il trend dei consumi alimentari decresce, la domanda del bio risulta in totale controtendenza. Puntare su prodotti eco, innovare i processi produttivi in chiave sostenibile sono i fattori di successo della nostra agricoltura e su questi obiettivi è indirizzata la nostra azione politica”.

di T N
pubblicato il 29 luglio 2014 in Tracce > Italia

fonte:Accademiakronos.it