Nella via lattea potrebbero esserci 17 MILIARDI di mondi rocciosi simili alla Terra.
Mercoledì scorso gli astronomi della NASA hanno annunciato la scoperta di 715 pianeti situati in sistemi solari vicini, portando il numero totale di mondi alieni noti al di fuori del nostro sistema solare, i cosiddetti esopianeti, a circa 1.700. Si tratta per ora di un’analisi statistica che andrà verificata per certificare l’effettiva esistenza dei pianeti.
Kepler, il telescopio spaziale della NASA costato 591 milioni di dollari e lanciato nel 2009, ha scoperto la maggior parte di questi pianeti in orbita attorno a stelle vicine. “Abbiamo fatto centro, abbiamo beccato una vera e propria manna di pianeti extrasolari”, dice Jack Lissauer dell’Ames Research Center della NASA e co-leader della missione Kepler.
I pianeti extrasolari appena annunciati rafforzano la teoria secondo cui la maggior parte dei sistemi solari di stelle simili al Sole ospitano pianeti di piccole dimensioni. La maggior parte di questi pianeti spaziano infatti delle dimensioni della Terra a quelle di Nettuno (che ha un diametro circa quattro volte quello del nostro pianeta). “La natura ama fare piccoli pianeti”, commenta Sara Seager del Massachusetts Institute of Technology, che non ha preso parte alla ricerca.
Quattro dei pianeti appena scoperti orbitano attorno alle loro stelle in “zone abitabili ” – regioni che permettono ai pianeti di sviluppare le temperature giuste per avere oceani in superficie, e con loro forse anche forme di vita. Ma tutti e quattro i pianeti sono grandi quasi due volte la nostra Terra, il che può rendere le loro atmosfere ostili alla vita come noi la conosciamo.
Mondi su mondi
I nuovi 715 pianeti sono distribuiti in 305 sistemi solari con stelle della dimensione del Sole o più piccole. Molti dei pianeti si trovano in quelli che si possono considerare dei tipici sistemi solari, dove il più grande dei mondi ha le dimensioni di Nettuno e uno stuolo di piccoli pianeti simili alla Terra orbitano uno vicino all’altro e tutti quanti vicino alla stella madre.
“Questi nuovi risultati di Kepler sono molto utili nella compilazione delle statistiche dei sistemi solari”, dice Adam Burrows, di Princeton, che non ha preso parte al nuovo studio. “L’obiettivo è quello di capire quanto comune è il nostro sistema solare, e quali sono le differenze con gli altri sistemi”.
Kepler rileva i pianeti in orbita attorno a stelle vicine registrando i cali di luce che essi causano negli strumenti quando eclissano le loro stelle. Ovviamente questi transiti possono essere individuati solo per i pianeti che durante la loro orbita passano tra il telescopio e la propria stella, il che avviene statisticamente in circa il 10 per cento dei casi.
Dei quasi 1.000 esopianeti precedentemente annunciati dal team di Kepler, meno di 100 sono stati poi effettivamente osservati nelle indagini del telescopio spaziale dal 2009. Gli scienziati della missione si sono resi allora conto che avrebbero potuto avere più fortuna con i sistemi planetari multipli, ovvero con quelle stelle attorno alle quali orbita più di un pianeta.
Attraverso una tecnica chiamata verification by multiplicity, descritta nel dettaglio nello studio pubblicato su Astrophysical Journal, gli scienziati sono stati in grado di utilizzare le interazioni gravitazionali dei pianeti in sistemi planetari multipli e di utilizzare questi dati per affinare le previsioni e minimizzare i casi di “falsi pianeti”.
Kepler continua
La missione Kepler ha subito una battuta d’arresto lo scorso anno, quando è andato fuori uso uno dei giroscopi a bordo della navicella che servono a puntare il telescopio. Il guasto ha messo la parola fine alla missione principale della sonda, che viene ora utilizzata con minore intensità.
Anche uno dei rivelatori di luce a bordo della navicella si è guastato nell’ultimo mese, anche se la NASA lo ha svelato solo martedì scorso. Gli altri 19 rivelatori sono però ancora funzionanti, e l’incidente non fermerà le osservazioni.
Alla NASA hanno anzi annunciato i piani per una missione Kepler 2, che terrà conto dei danni registrati al telescopio ma che promette comunque 100 scoperte di nuovi pianeti ogni anno, secondo le stime di Jason Rowe astrofisico del SETI Institute di Mountain View, in California, che fa parte del team. Secondo Seager, “Kepler continua a essere una gallina dalle uovo d’oro”.
Gli astronomi sospettano che la nostra galassia, la Via Lattea, ospiti circa 17 miliardi di mondi rocciosi simili alla Terra, insieme a centinaia di miliardi di pianeti più grandi.
Antikitera.net
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.